giovedì 10 maggio 2007

Articolo sulla LIM di R. Gagliardi

LIM Lavagna Interattiva Multimediale

di Roberto Gagliardi
Di lavagne se ne sono viste di tutti i colori: nere, verdi, bianche, e sono sempre state, insieme al libro di testo, il punto di riferimento nella classe, degli allievi e degli insegnanti. Il luogo dell’azione centrale, in cui si svolge la comunicazione didattica insegnante-allievi, è costituito, come una specie di “triangolo delle Bermuda”, dalla cattedra, dall’insegnante e dalla lavagna. Poi la lavagna, un po’ spiazzata dall’arrivo del computer, è stata relegata in un angolo, perché l’attenzione dei ragazzi si era spostata dalla sua superficie di ardesia a quella fluorescente ed ingannatrice del monitor. Nei laboratori di informatica o in quelli multimediali, senza molta fantasia si succedono così schiere di monitor grigio-azzurrini posti per file come i banchi, o ad “u” lungo le pareti, nelle soluzioni più avanzate, dimenticando che l’aula nel frattempo è divenuta laboratorio e che quindi sarebbe più razionale suddividere l’ambiente in aree specializzate di lavoro.
Ora, però, la tecnologia ci porta un’ultima versione di lavagna: la Lavagna Interattiva Multimediale , la LIM. È ancora bianca, tanto che in inglese si chiama Interactive Whiteboard, ma per dare il meglio di sé utilizza il computer ed acquista sempre più interesse nel mondo della scuola. Il Direttore Generale per i sistemi informativi del MIUR, Alessandro Musumeci1, pone l’accento sull’importanza di questa risorsa nella didattica. Nelle nostre scuole ci sono circa 500 LIM contro le 45.000 degli U.S.A. e le 200.000 in tutto il mondo. Già in Spagna, Inghilterra, Germania e Francia l’introduzione di questo strumento didattico è iniziata da qualche anno con l’allestimento di “aule lavagna interattiva” o, addirittura, mettendo una LIM in ogni aula.
Ma che cos’è questa lavagna interattiva multimediale?
È un pannello bianco, grande appunto come una lavagna, connesso ad un video proiettore ed ad un computer. Sul monitor del pc appare quello che si scrive o si disegna sulla lavagna con un opportuno stilo o, in certi modelli touch sensitive, con le dita. Attraverso il piano della lavagna si può anche inviare comandi al computer invece di usare il mouse o la tastiera. Così , con questa soluzione, l’insegnante, o l’allievo che è “alla lavagna”, può controllare il computer e nello stesso tempo scrivere o disegnare sulla LIM senza spostarsi, rimanendo nel luogo dell’azione centrale. La lavagna ha riconquistato il suo ruolo centrale d’attenzione, è ritornata ad essere la prima donna. Ma c’è dell’altro, quello che si scrive sulla lavagna può essere salvato sul computer, stampato su fogli di carta, messo sul sito della scuola o inviato per posta a colleghi o a studenti malati. È una lavagna che si può cancellare, con un cancellino elettronico naturalmente, ma che ha memorizzato tutto ciò che è stato fatto. Non solo, visto che è concepita come una lavagna a fogli mobili, diviene un gigantesco quaderno di appunti che conserva il tracciamento della lezione svolta, la sua sequenza pedagogica, con tutti gli interventi, le integrazioni, le osservazioni fatte dagli insegnanti e dagli allievi. È lo spazio centrale di comunicazione, ma anche il luogo di costruzione dei significati.
Esistono diversi modelli di LIM, anche con principi di funzionamento differenti, ma le prestazioni generali e le applicazioni alla fine sono molto simili.
Lo stesso modello può essere utilizzato come una lavagna tradizionale bianca con pennarelli a secco (Passive Whiteboard). Usando lo stilo elettronico o un dito (Active Whiteboard) la lavagna “registra”, tramite il computer, quanto si è scritto e si è disegnato. Ma la modalità più intrigante e potente, dal punto di vista della presentazione dei contenuti e della loro rielaborazione, è quella interattiva (Interactive Whiteboard), vale a dire quella che permette di utilizzare, oltre agli strumenti specifici della lavagna, altri programmi tipo Office2 e la navigazione in Internet. In questa modalità il piano della lavagna può essere inteso come un grande schermo di proiezione, e quanto si visualizza non è solo da osservare, da leggere o da navigare se è una pagina web, ma diventa anche manipolabile perché l’utilizzo come strumento multimediale rende possibile evidenziare i testi, aggiungere annotazioni, immagini, suoni, filmati, e ritagliare, mediante “i cattura schermo”, parti dello schermo da analizzare e da riutilizzare. Le penne possono scrivere in infiniti colori, e lo spessore e la forma del tratto possono essere regolati secondo le esigenze, è, inoltre, possibile importare figure da librerie di immagini, o disegnarle al momento. Tutti questi elementi grafici sono spostabili, ruotabili e ridimensionabili a piacere sul piano della lavagna mediante lo stilo od il dito. Datemi un dito e vi disegnerò un mondo!
Nel corso delle lezioni in cui si sono utilizzate le LIM, si è potuto constatare che gli allievi, stimolati dalle potenzialità e dalla flessibilità dello strumento, hanno appreso rapidamente il suo uso ed hanno dimostrato una partecipazione attiva al loro apprendimento ed interesse per gli argomenti di studio. Collaborando, poi, con entusiasmo tra loro, si sono aiutati senza temere di sbagliare, rendendosi conto di poter imparare in modo euristico attraverso la prova e l’errore. Sono stati inoltre spinti a problematizzare ponendosi la domanda: “che cosa accade se…?”.
L’insegnante deve essere presente durante tutto il processo d’insegnamento apprendimento, ma non nella posizione centrale del docente che, davanti alla lavagna, trasmette contenuti alla classe che sta dall’altra parte. La zona centrale di azione diventa luogo comune tra allievi e docente che diventano i soggetti, gli attori dell’apprendimento Si può riempire la lavagna di disegni e scritte per gioco, se si vuol stimolare la creatività e la fantasia, ma è soprattutto uno strumento di apprendimento, una risorsa didattica. L’azione dell’insegnamento deve essere di conseguenza strutturata, seguire una metodologia precisa nel proporre i contenuti da apprendere e gli obiettivi da raggiungere, ma l’apprendimento, per essere significativo e non solo meccanico, deve avvenire, nell’ambito del luogo di azione, attraverso una negoziazione dialogica dei contenuti. Il concetto deve essere condiviso tra insegnante ed allievi in modo da diventare un patrimonio di conoscenza comune. Non è solo la conoscenza dell’insegnante trasmessa all’allievo, ma è l’integrazione della conoscenza delle fonti di riferimento: insegnante, libro di testo, risorse mediatiche, internet e le esperienze e le conoscenze dell’allievo, che deve avvenire come attraverso un processo di scoperta e reinvenzione dei significati3.
L’utilizzo della LIM, grazie al tracciamento delle sequenze didattiche, facilita l’azione educativa, infatti, evidenzia chiaramente le tappe del processo di insegnamento apprendimento che comporta, secondo la strategia del problem solving, le fasi cicliche di programmazione (planning), di attività (acting), di osservazione (monitoring) e di riflessione (analysing).
Quando l’insegnante espone un argomento alla classe, indipendentemente dalla materia, non parte da un prodotto finito, come un testo o una figura su di un libro, ma costruisce l’oggetto dell’apprendimento per fasi, commentando le sue azioni e giustificando le sue affermazioni. Questo processo, o almeno parte di esso, il più delle volte sfugge all’allievo, dato che la sua attenzione, inizialmente, non si fissa sullo sviluppo del ragionamento, ma sui risultati finali. Tramite questi può trovare un riscontro, un aggancio con i concetti già presenti nella sua conoscenza, cioè gli anticipatori cognitivi che già possiede, che costituiscono dei punti fissi e che gli permettono di riconoscere il concetto esposto, le sue caratteristiche, i suoi attributi e di inquadrarlo così in un modello mentale che dà significato a ciò che sta apprendendo. Se osserva la figura o il testo del libro considera il risultato finale che dovrà poi smontare nelle sue parti per ricostruire nella sua mente il ragionamento ed i significati sottesi. Se invece ha la possibilità di rivedere il film del processo espositivo, proposto dall’insegnante, può, secondo i suoi tempi, e le sue conoscenze, non solo ricostruire il ragionamento, ma riviverlo e farlo proprio. Questa possibilità è offerta dalla LIM che può registrare una sequenza di azioni e poi riproporla in un formato video facilmente registrabile ed eseguibile.
L’USR per la Lombardia ha recentemente assunto l’iniziativa “Lavagne Interattive Multimediali”, organizzando corsi di formazione a livello regionale sull’impiego delle LIM nella didattica4 per insegnanti delle materie tecnico-scientifiche (Matematica, Scienze e Tecnologia), della Scuola secondaria di primo grado. I corsi sono stati articolati in modo da valorizzazione, in tale area d’apprendimento, la LIM, strumento versatile, compatibile con un’ampia varietà di approcci didattici, capace di aggiungere valore dialogico alla comunicazione e funzionale alla partecipazione della classe in una prospettiva di didattica laboratoriale.
Nell’ambito di questi corsi, sfruttando le caratteristiche già esposte delle LIM, sono state realizzate delle applicazioni didattiche che coniugavano le conoscenze individuali dei docenti partecipanti, l’apporto collaborativo favorito dal lavoro di gruppo e la potenzialità dello strumento.
Le applicazioni didattiche dovevano riferirsi ad argomenti definiti nel quadro delle Indicazioni Nazionali per la scuola secondaria di primo grado5. Lo sviluppo della tematica prescelta poteva riguardare una sola classe o le tre classi dell’intero percorso scolastico di riferimento ed eventualmente i raccordi con la Scuola primaria e secondaria di secondo grado.
Negli argomenti trattatati si è fatto ricorso alle potenzialità grafiche della LIM affrontando facilmente temi che sulla lavagna tradizionale presentano difficoltà di rappresentazione. Così, sfruttando la possibilità di utilizzare sfondi tipo carta millimetrata, è stato possibile fare l’integrazione grafica di un’area a contorni irregolari, con determinazione dello scarto e la valutazione degli errori della misurazione. Mediante strumenti come il goniometro e la riga, si sono rappresentati vettori, di cui si è misurato il modulo, la fase e la risultante con la regola del parallelogramma. Sfruttando delle java applet animate, importate da Internet, si sono fatte esperienze di Fisica sulla risonanza, sulla diffrazione e l’interferenza delle onde luminose, nonché sulla relazione tra il concetto di Energia, Calore e Temperatura, introducendo in ogni slide le osservazioni ed i commenti esplicativi che si sono considerati più opportuni. Di tutte queste applicazioni è stato tracciato lo sviluppo, memorizzandolo su file o stampandolo su carta, in modo da essere distribuito agli allievi e diventare patrimonio comune di conoscenza della classe.
La LIM può essere utilizzata, come è stato descritto, per integrare le lezioni e la trattazione degli argomenti, oltre al normale materiale del docente, anche in abbinamento con diversi tipi di software didattico. Per esempio, per Matematica, i software più utilizzati alle superiori permettono di risolvere calcoli numerici e simbolici, esercizi di analisi matematica e fornire rappresentazioni grafiche delle funzioni in 2D e 3D, oppure programmi di geometria descrittiva per visualizzare e verificare teoremi geometrici e per scoprire le proprietà delle figure6. Inoltre, per argomenti di Biologia, che richiedono molte immagini per la spiegazione di fenomeni complessi e la descrizione di trasformazioni, come i meccanismi di divisione cellulare della Meiosi e della Mitosi o processi come la Sintesi proteica o la Fotosintesi clorofilliana, si possono utilizzare, oltre le tecniche di manipolazione dei testi già citate e l’utilizzo di java applet animate, la registrazione dell’intero processo, che permette di cogliere la sequenzialità dell’evoluzione del fenomeno attraverso le varie fasi studiate.
Tutto questo grazie alla versatilità e potenzialità dello strumento, che si auspica venga installato in tutte le aule.

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1 Si veda il sito www.forumpa.it/forumpa2004/convegni/relazioni/ 505-alessandro-musumeci/505-alessandro-musumeci.pdf, L’innovazione tecnologica nella scuola, di A. Musumeci.
2 Si fa riferimento sia a Microsoft Office che ad Open Office o ad altri prodotti simili.
3 Per approfondire l’argomento si veda Carletti A., Varani A. (2005), Didattica Costruttivista, dalle teorie alla pratica in classe, Trento, Erickson.
4 Si veda il sito (www.istruzione.lombardia.it/comunic/comunic05/giu05/cprot10483_05.htm) per conoscere i particolari dell’iniziativa ed il portale dell’USR Lombardia www.scuoladigitale.lombardia.it che presenta le diverse tipologia di lavagna, le offerte ed esempi di esperienze europee di utilizzo delle lavagne.
5 Si veda l’Allegato C - Indicazioni Nazionalihttp://www.istruzione.it/prehome/comunicati/2004/allegati/all_c.doc
6 I software più comuni sono Derive, Cabri-géomètre, ed il fratello maggiore Mathcad.

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