Pubblicato su OPPI-Informazioni n° 109 dicembre 2010
Nella scuola italiana, il termine “LIM” e “ICT”, rappresentano da alcuni anni degli acronimi che sempre più si stanno diffondendo come auspicio di una promessa di innovamento o come una “mistificazione” e “spauracchio” per i docenti.
Il MIUR dopo alcuni anni di sperimentazione in alcune regioni d’Italia (Lombardia compresa[1]), ha preso la decisione di intraprendere un investimento molto significativo per iniziare a dotare progressivamente, nell’arco di tre anni, molte aule delle nostre scuole di ogni ordine e grado di un nuovo strumento comunicativo tecnologico: la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM). Una nuova tecnologia in continua evoluzione, con delle potenzialità innovative decisamente valide se utilizzate nel modo corretto, che può facilitare il cambiamento delle metodologie di insegnamento e dei percorsi di apprendimento e inoltre può agevolare il lavoro collaborativo favorendo una didattica costruttivista e laboratoriale.
L’impiego di questo “mediatore interattivo” nello spazio educativo è abbastanza recente solo nelle scuole italiane, mentre in gran parte del mondo scolastico (USA, Canada, Gran Bretagna, Francia, Mexico, …) è conosciuto ed impiegato nelle classi già da una decina d’anni comportando conseguentemente lo studio, l’approfondimento e l’attuazione di metodologie didattiche dedicate al suo utilizzo con la nascita di numerosi materiali didattici di apporto e sostegno che rendono l’uso della LIM sempre più maturo ed efficace.
Perché “Lavagna Interattiva Multimediale” (LIM) ?
Proviamo ad analizzare un po’ più da vicino questa “lavagna LIM” in modo da renderci conto di quali effettivamente possono essere le sue potenzialità più significative. Iniziamo ad analizzare il suo nome cominciando dal termine: “Lavagna”, questa rappresenta, per la scuola, una tecnologia già consolidata nel tempo, quelle di ardesia o a fogli di carta sono da sempre presenti nella dotazione dell’istituzione e il suo utilizzo fa parte del bagaglio professionale di un docente o di un comunicatore. Ciò facilita una prima familiarizzazione con la LIM anche da parte di chi non è ancora esperto di ICT (Innovation Comunication Tecnology). Il termine “Interattiva[4]” invece già rappresenta una importante novità in quanto presuppone, sia da parte dell’emittente della comunicazione (es. docente), sia da parte del ricevente (es. allievo) una partecipazione e una relazione interpersonale decisamente più attiva, flessibile e biunivoca.
Altrettanto importante e significativo è il termine “Multimediale[5]”, anche se oggi molto abusato, fa comprendere come attraverso “differenti medium”, cioè utilizzando più mezzi che attivano differenti modalità di comunicazione, si può trasmettere il messaggio con maggiore facilità. Questo permette inoltre al ricevente di recepire la comunicazione valorizzando anche il proprio canale comunicativo privilegiato, tenendo conto delle eterogenee modalità cognitive e allineandosi così ai vari linguaggi (immagini, filmati, fruizioni interattive, …) e agli stili d’apprendimento di cui le nuove generazioni si sono ormai impratichite e assuefatte.
Principi di funzionamento e tipologie di LIM
Dal punto di vista tecnico il funzionamento della LIM prevede l’utilizzo di uno schermo (superficie lavagna), un PC (meglio se portatile) e un videoproiettore (meglio se fissato a parete sopra la lavagna). L’“input” è dato dalla interazione dell’operatore con lo schermo tramite una penna o un dito e dalla successiva elaborazione dei dati da parte del PC poi rappresentati sulla lavagna, tramite il videoproiettore, come “output”.
Non tutte le LIM sono uguali. Si differenziano in base alle caratteristiche fisiche, ai principi di funzionamento e alla tecnologia usata per interagire con il computer. I diversi modelli di lavagna interattiva sono classificabili in 3 “famiglie” principali:
·
LIM a membrana resistiva
LIM a membrana resistiva
formata da due tele flessibili, ricoperte da un materiale dalle caratteristiche resistive, sono separate da una spazio vuoto molto sottile, contenente aria e sono tese su una superficie più rigida. La pressione della punta di una penna o di un dito crea un contatto tra i due strati flessibili, permettendo alla lavagna, una volta calibrata, di individuare la posizione esatta del tocco.
· LIM a funzionamento elettromagnetico
Il movimento di una penna sulla superficie rigida, formata da una “griglia” di filamenti annegati all’interno, crea un campo magnetico o provoca l’alterazione del campo elettromagnetico generato individuando così anche il punto del tocco.
· LIM con periferica di rilevamento (triangolazione)
Queste lavagne utilizzano un sistema di rilevamento esterno (raggi infrarossi, laser o onde acustiche) che "scansiona" tutto quello che succede creando una matrice attiva e rendendo così possibile il riconoscimento (triangolazione) delle coordinate relative al punto di tocco.
L'idea di poter disporre di un supporto “lavagna” in grado di gestire contemporaneamente, sotto forma di "bit", più media (segni, testi, immagini, video, suoni, foto, grafica) connessi tra loro quale che sia il supporto originario, con inoltre la possibilità di interagire ed effettuare direttamente in rete navigazioni personalizzate e non necessariamente sequenziali, rappresenta decisamente una svolta epocale delle modalità di comunicazione bidirezionale che un docente tradizionale o un comunicatore, legato prevalentemente alla verbalità, poteva progettare, sviluppare e attuare nella propria classe o in una conferenza.
Essendo l’ambiente LIM un “ambiente digitale”, tutte le operazioni sequenziali che permettono di realizzare una lezione sono memorizzabili attraverso le sue pagine elettroniche e pertanto possono essere salvate conservando così la memoria, la tracciabilità e la storia di ogni percorso e processo formativo. Tutto ciò facilita l’azione didattica durante la stessa lezione creando un ambiente generativo di apprendimento[6] inoltre permette di far rivisitare alla classe tutto il percorso effettuato per arrivare alla costruzione della conoscenza, infatti tutte le tappe del processo di apprendimento secondo la strategia del problem solving vengono evidenziate: dal planning (programmazione), all’acting e monitoring (attività di osservazione) fino alla analising (riflessione) e al questioning (mettere in discussione e sviluppare la formulazione di domande).
Tutto quello che si scrive sulla lavagna può essere salvato sul computer, stampato su fogli di carta, pubblicato in rete o sul sito della scuola, inviato per posta a docenti, relatori o a studenti anche assenti. Tutto il contenuto della lavagna può essere rimosso con l’aiuto di un cancellino elettronico e con dei comandi specifici. Essendo progettata come una lavagna a fogli mobili, può essere considerata come un gigantesco quaderno di appunti che conserva il percorso della lezione svolta, la sua sequenza pedagogica, gli interventi, le integrazioni, le osservazioni fatte sia dagli insegnanti che dagli allievi, diventando così uno spazio centrale di comunicazione, ma anche un luogo di costruzione dei significati.
Tutto il software disponibile è compatibile e utilizzabile sulla lavagna; inoltre tutti i modelli di lavagne offrono nelle proprie “Gallery[8]” delle ricche e vaste disponibilità di oggetti, relativi alle diverse discipline e ai differenti livelli di scuola, che possono essere “trascinati” sulla pagina di lavagna. Le gallerie poi possono essere ulteriormente arricchite con “oggetti didattici” realizzati in proprio dal docente o importandoli dal Web mettendoli così al servizio dei diversi codici interpretativi e facilitando la comprensione da parte degli allievi. Tutto quanto può essere funzionale alle proprie lezioni, offrendo così una ulteriore opportunità, una “portafinestra sul mondo[9]”, per imparare a muoversi in modo più consapevole, professionale e ricco anche di nuovi stimoli comunicazionali e creativi (es. videoconferenze, cooperazioni tra classi a distanza, …). L’ambiente LIM diventa così uno “spazio mosaico” in cui il docente può sistematizzare con prontezza tutti i propri materiali didattici.
Lo spazio d’azione
Il docente, con l’inserimento della LIM nell’aula, dovrà pensare anche all’allestimento e alla gestione questo nuovo setting tecnologico (aula laboratoriale) alla luce della valorizzazione del suo riconquistato ruolo centrale di regia, di stratega e di affiancamento e supporto all’attività costruttiva.
La ristrutturazione della propria azione didattica dovrà pertanto prevedere la scelta di una soluzione logistica ovvero di uno “spazio d'azione[10]” che diventa un componente che può condizionare, in modo concreto, le azioni didattiche che sono attivabili in una classe. La scelta di un setting, che prenda in considerazione dal posizionamento della LIM alla disposizione dei banchi, non è un’azione “neutra”, essa infatti è in grado di influenzare il risultato di tutta “l’operazione didattica". Pertanto è necessario considerare l’ambiente fisico e tecnico come uno “strumento” al servizio del docente, pensato e realizzato in modo da essere funzionale alla metodologia di apprendimento attuata, facilitando e agevolando il raggiungimento degli obiettivi formativi e lo svolgimento prossemico della comunicazione.
Perché la LIM in classe ?
Vediamo di descrivere e classificare, in base alle esperienze osservate, i più significativi apporti formativi, comunicativi e le competenze che la LIM , pensata nella propria classe, è in grado di offrire:
- la lavagna ritorna ad essere la zona centrale dell’azione, il luogo comune tra gli alunni e i docenti, soggetti ed attori dell’apprendimento
- gli alunni possono interagire a turno, direttamente sulla LIM o dal proprio posto tramite le tavolette elettroniche, in modo collaborativo in quanto tutti seguono in contemporanea ciò che accade sullo schermo trasformando l’aula in un ambiente di apprendimento
- il docente riconquista il proprio ruolo fondamentale ritornando al centro dell’attenzione comunicativa e da buon “regista” e “coordinatore” dirige l’azione attraverso delle “sceneggiature didattiche” che sviluppano processi e percorsi di scoperta e ricostruzione dei significati
- semplicità di impiego degli strumenti disponibili grazie ai software sempre più facilitanti le numerose modalità di utilizzo
- la lavagna offre una potente interazione, oltre che con i ricchi e efficaci strumenti interni al software della LIM, anche con altri numerosi programmi disponibili e con la navigazione in rete Internet
· modera il gap generazionale permettendo l’utilizzo di un linguaggio comunicativo molto più vicino a quello dei giovani e conseguentemente una migliore interazione con gli stessi e con i loro stili di apprendimento
· permette ai docenti di avere memoria “storica” delle lezioni effettuate evidenziando chiaramente, grazie al tracciamento delle sequenze pedagogico-didattiche, i vari passaggi progressivi delle fasi di insegnamento/apprendimento e la possibilità di riutilizzarle in altre classi e/o negli anni seguenti
· permette la comparazione tra le sessioni didattiche trattate in tempi o in classi differenti
· la lavagna facilita, tramite la manipolazione di testi, immagini, animazioni e filmati, la spiegazione dei processi e la descrizione di situazioni e ambienti per una didattica più inquadrata sullo studente e sui suoi bisogni
· permette un utilizzo molto più esperto e consapevole delle immagini statiche e dinamiche, facilitando così la comunicazione con gli alunni
· permette di inserire e lavorare con elementi testuali:
o digitando direttamente alla lavagna senza andare al computer tramite una tastiera virtuale da richiamare che compare visualizzata sulla superficie della LIM
o utilizzando dei pennarelli interattivi (scrittura libera) "dotati" della possibilità di modificare colori, formati, dimensioni, trasparenze, rilievi, inoltre il “testo” è modificabile mediante altri strumenti di selezione, evidenziazione, taglia, copia, cancella; quindi salva, stampa ed esporta ed è spostabile secondo volontà sulla superficie della lavagna. Inoltre è possibile effettuarne un eventuale riconoscimento, tramite il sistema OCR, per dargli un formato
o utilizzando il comando “Incolla” sulla superficie della lavagna dopo aver memorizzato con “copia” un testo da altra situazione
· facilità anche la multimodalità con gli alunni svantaggiati permettendo loro diverse modalità di interazione
· permette di dare e inviare agli alunni assenti le lezioni memorizzate anche in formato video, questa modalità agevola l’apprendimento in quanto permette la possibilità di rivedere il percorso fatto secondo i propri tempi e le proprie conoscenze, inoltre facilita il recupero degli alunni più fragili e/o con maggiori difficoltà di apprendimento
· le lezioni oltre che autoprodotte possono essere mutuate e scaricate dai “Depository” disponibili in rete Internet, oppure realizzate e messe a disposizione da altri docenti o da editori, arricchendo così, con ulteriori materiali scelti, le “Gallery” in dotazione ai software delle diverse LIM
· interazione immediata con tutta la classe anche tramite accessori e risponditori dedicati
· permette lo sviluppo di competenze legate al saper: comunicare, argomentare, presentare in pubblico, produrre materiali, collaborare e lavorare in gruppo
· possibilità di attivare videoconferenze tra lavagne abilitate con un software dedicato
- la disponibilità di uno schermo di interazione a grandi dimensioni (mediamente 77’’)
· permette la navigazione in gruppo guidata dal docente o collaborativa utilizzando un solo computer
· l’investimento per l’acquisto di una LIM è decisamente più economico e di maggior beneficio che approntare un intero laboratorio di informatica
1- Word clouds "Perché la LIM in classe"
Conclusioni
Sicuramente la diffusione, la familiarizzazione e, tramite la pratica didattica, lo sfruttamento dell’aspetto innovativo introdotto dall’uso quotidiano della LIM in classe, permetteranno anche ai docenti di scoprire, tenendo conto delle peculiarità della scuola italiana, ulteriori possibilità e potenzialità insite e offerte da questo strumento che, anche attraverso la sua evoluzione, diventerà, sicuramente nelle nostre classi, un partner indispensabile, flessibile e accomodante, per dare, all’insegnamento e ai suoi cultori, una maggiore vitalità e capacità per sviluppare e attuare in modo più soddisfacente una didattica a misura di alunno.
Bibliografia
Gagliardi R., Gabbari M., Gaetano A. “La Scuola con la LIM ” Editrice La Scuola , Brescia 2010
Antonietti A. “I contesti di apprendimento come scenari di scuola” www.oppi.it
Gagliardi R. “LIM Lavagna Interattiva Multimediale” rivista Pragma anno XI - N° 27 dicembre 2005
Gagliardi R. “LIM Lavagna Interattiva Multimediale” rivista Pragma anno XI - N° 27 dicembre 2005
Carletti A., Varani A. (a cura di) “Didattica Costruttivista, dalle teorie alla pratica in classe”, Erickson, Trento (2005)
Carletti A. Varani A. (a cura di) “Ambienti di apprendimento e nuove tecnologie. Nuove applicazioni della didattica costruttivista nella scuola” Erikson, Trento 2007
Carletti A. Varani A. (a cura di) “Ambienti di apprendimento e nuove tecnologie. Nuove applicazioni della didattica costruttivista nella scuola” Erikson, Trento 2007
Gabbari M. “Il setting multimediale” rivista IS anno VIII N° 2 Hugony
Ardizzone P.e Rivoltella P.C. “Media e tecnologie per la didattica” Vita e Pensiero , MILANO
[1] Dal 2003 la LIM è stata sperimentata in Lombardia tramite l’area progettuale dell’USR-Lombardia, gestita dall’isp. A. Tarantini
[2] Bolter e Grusi sintetizzano “all’interno della società, ogni medium si appropria di significati e tecniche proprie di un altro medium in una sorta di competizione che assorbe e rimodella i media continuamente”
[3] Citazione di A. Tarantini estratta da “LIM e Didattica: ritorno al futuro”
[4] Qualcuno, in alcune situazioni, preferisce definirla più come “interpassività” in quanto tutta la comunicazione è, in buona parte, già preordinata da una sceneggiatura. Vedi il sito http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/p/parasc02.htm R. Parascandolo "Il paradosso multimediale e l'inganno interattivo"
[5] Anche se il termine Multimediale va un po’ stretto infatti oggi si parla prevalentemente di "ipermedialità", un termine più puntuale, rispondente ad una precisa prerogativa, e in ogni caso meno inflazionato da ridondanze di significati.
[6] Per approfondire vedere P. Ellerani “Pedagogia più didattica” n°3/ottobre 2008 Erickson, Trento
[7] Per Learning Object si intende un qualsiasi oggetto - digitale e non - che entra a far parte del processo formativo attraverso una qualsiasi tecnologia e che può essere riutilizzato in tempi e luoghi diversi
[8] Cartelle contenenti delle raccolte di oggetti articolati per gruppi omogenei (immagini, sfondi, animazioni,…)
[9] “Portafinestra” e non solo “finestra sul mondo” in quanto consente di andare oltre la sola “osservazione” che una finestra permetterebbe, ma una “porta finestra” da attraversare per entrare “virtualmente” in un nuovo mondo
[10] “Il setting è uno spazio di azione e fa riferimento ai locali o ai luoghi fisici entro cui avviene l’apprendimento, il modo con cui le persone si dispongono in tali luoghi, gli strumenti di cui si avvale, le azioni che vengono compiute (dall’insegnante e dai bambini) o richieste ecc.” (A. Antonietti “I contesti di apprendimento come scenari di scuola”)