La LIM al servizio dell’apprendimento
rovesciato
Flipped Learning: una “nuova” didattica
con le tecnologie digitali
a cura della
Equipe Formazione LIM
pubblicato su Brick alla pagina http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/?p=5778
20 giugno 2015
Mario Gabbari, mm.gabbari@tiscali.it,
Roberto Gagliardi,
gagliardi_roberto@tiscali.itAntonio Gaetano, antoniopasquale.gaetano@fastwebnet.itDaniela Sacchi, danisacchi@tin.it
"I Docenti che aiutano gli
studenti diventano a loro volta discenti
che possono imparare ad apprendere per loro e per se stessi. "
Aaron Sams
che possono imparare ad apprendere per loro e per se stessi. "
Aaron Sams
TAG: LIM, Flipped classroom,
CertLIM, Strategie didattiche, Progettazione strutturata dell’esperienza
Se, nella vostra carriera di insegnanti,
vi è mai capitato di proporre agli studenti qualcosa da leggere o da studiare
prima di averlo spiegato: un argomento sul libro di testo, un esercizio un po’
diverso da quelli proposti, un libro da leggere, o, più recentemente, un
approfondimento di un argomento presentato su di un sito, per poi riprenderlo
in classe: avete applicato, forse senza saperlo, la flipped classroom.
Qualcuno scuoterà la testa in senso di disapprovazione: la flipped classroom
è un’altra cosa. Forse è vero, ma bisogna pensare che se la fantasia è senza
limiti, i modelli di pensiero, a cui fa riferimento la mente dell’uomo, e
la loro strutturazione in forma di immagini, di schemi o modelli è più o
meno sempre quella. Dice bene Marshall McLuhan,
parlando di rimediazione, "il contenuto
di un medium è sempre un altro medium". Inoltre, capita spesso agli
insegnanti, di provare nuove modalità di fare lezione per superare una
situazione critica in classe, per adeguare la didattica alla realtà dei propri
studenti, o, semplicemente, per noia delle sempre percorse vie. In
seguito, trova che, l’idea che ha avuto, assomiglia molto ad un modo di
"fare lezione", ad una strategia didattica proposta da un eminente
pedagogo o da un esperto di didattica.
Con l’evolversi delle tecnologie, l’influenza dei
media e le più recenti modalità di apprendimento, non formale e informale,
dovute al social network e al mobile, si rende necessario
ampliare gli orizzonti e considerare quello che di nuovo può essere utile e
corrispondente alle necessità dei nostri studenti.
Siamo ormai tutti consapevoli, d’altronde, che la scuola e i docenti non
possono essere considerati gli unici depositari del sapere e limitarsi a
trasmettere i contenuti, ma devono costantemente confrontarsi con la realtà che
li circonda, con le eventuali nuove tecniche e pratiche metodologiche, con le
recenti possibilità di formazione anche online. Come dice Pier Levy: l'interconnessione
globale ha consentito lo sviluppo della cosi detta intelligenza
collettiva[1]
che, di fatto, ha modificato i processi di creazione della conoscenza.
Ma cosa è la
flipped classroom?
Da qualche anno,
importata dal mondo scolastico USA, viene sperimentata anche in Italia questa
nuova modalità didattica definita con nomi diversi: Flipped classroom,
Flipped learning, Flipped-mastery classroom, Didattica rovesciata,
Insegnamento invertito, Istruzione al contrario, ….
Noi preferiamo
chiamarla e definirla: “Apprendimento rovesciato".
Secondo questo modello, diviso in due tempi e in due ambienti differenti, gli allievi devono, a casa, presso la propria abitazione, come homework, fare un lavoro preparatorio:
- Studiare i materiali didattici preparati e/o
scelti dal docente, che possono essere: video, risorse multimediali, libri
o ebook. L’importante è che siano in grado di trattare adeguatamente ed esaustivamente
il contenuto proposto.
- Visionare e consultare i materiali dati ed
utilizzarli più volte, rispondendo a test o compilando dei formulari
appositamente preparati dal docente, ma rispettando i propri modi e
ritmi di apprendimento, fino a quando i concetti non risultino
sufficientemente chiari e posseduti.
- Preparare una o più domande da formulare al
docente o ai compagni per chiarire eventuali concetti scientifici o
analizzare idee che risultano non chiare.
La seconda fase del lavoro didattico avviene, invece, in classe,
dove il docente si troverà, secondo quanto afferma teoricamente questa modalità
didattica, un gruppo di allievi in parte già preparato, documentato e, a detta
dei sostenitori, finalmente omogeneo e sufficientemente “allineato”.
La “Classe”, pertanto, diventa il “luogo di lavoro”, per il confronto,
l’analisi e l’approfondimento dei problemi, la proposta di concetti, l’impegno
per un apprendimento collaborativo.
Nel contesto dell’aula
scolastica il docente si dovrà preoccupare quindi di articolare gli studenti in
gruppi di lavoro per affrontare attività guidate e di proporre e seguire le
attività applicative: esercitazioni, compiti, risoluzione di problemi,
studio di casi, attività di approfondimento, ecc., diventando così una guida,
un tutor o un coach, secondo i casi, per far comprendere,
piuttosto che un “dispensatore di fatti”. Gli studenti, a loro volta,
diventano, in questa situazione, discenti attivi anziché ricettori
di informazioni.
Il “rovesciamento”, quindi, non consiste solamente nel metodo di
insegnamento utilizzato, ma nel diverso modo di proporre i contenuti agli
studenti e di articolare i tempi di apprendimento. Soprattutto, nel proporre
agli studenti dei contenuti didattici, predisposti e confezionati
opportunamente, che si basano prevalentemente sull’utilizzo delle tecnologie
digitali, in particolare su video didattici appositamente modulati per
l’apprendimento. Per esempio, se si è trovato o realizzato un video adatto, si
possono costruire una serie di domande a scelta multipla lungo tutta la timeline
del video per far riflettere gli studenti sui contenuti proposti. L’attrattiva
offerta dall’apprendimento rovesciato sta proprio in questo, in quanto permette
al docente di allontanarsi dal tradizionale ruolo di insegnante-trasmettitore
per diventare, nella fase in classe, più un allenatore (azione di
coaching) passando da allievo ad allievo e fornendo un supporto, un
sostegno o un orientamento quando e dove è necessario. Pertanto, in base a
questa pratica, il docente, viene in buona parte liberato dalla
presentazione della lezione trasmissiva frontale in classe e può così
dedicare un tempo, notevolmente più ampio, per affrontare questioni specifiche
e per dare opportunità di maggiori capacità di espansione di pensiero, di
arricchimento, di approfondimento, di dialogo e di attenzione costante e
personalizzata ai propri allievi (zona di sviluppo prossimale, scaffolding[2]),
meglio se organizzati in gruppi di lavoro cooperativo.
A loro volta anche le apposite
video-lezioni didattiche di appoggio per la presentazione degli argomenti da
trattare e in sostituzione dell’insegnamento cattedratico, se ben scelte e
realizzate[3], permettono di articolare
e personalizzare i tempi di acquisizione degli studenti, integrandoli però in
un approccio globale. Possono, inoltre, diventare anche per i docenti
un'occasione e un potente strumento per creare i contenuti, condividere le
risorse e migliorare anche la propria pratica didattica.
I video didattici, le simulazioni interattive e gli strumenti online,
spesso ancora in fase progettuale, continueranno sicuramente a moltiplicarsi e
migliorarsi. Oltre a tutto, la creazione di una lezione in video, in genere da
quattro a sei minuti, se poi viene realizzata dallo stesso docente[4], pone una sfida didattica
impegnativa: spiegare un concetto in modo chiaro, conciso, suddividendolo in
più piccole parti significative. Pertanto il docente, nel creare i
propri video didattici, è costretto a prestare molta attenzione ai dettagli e
alle sfumature della propria comunicazione, a curare il ritmo, a proporre
esempi auto-esplicativi, a curare la rappresentazione multimediale (visiva,
sonora, operativa) e lo sviluppo di pratiche di valutazione o di autovalutazione
dell’apprendimento. Tutto ciò comporta necessariamente e costantemente il
miglioramento delle proprie competenze didattiche e professionali.
Questa “nuova” attività didattica è stata sperimentata a partire dal 2006
sia con approccio scientifico che con approccio pratico-operativo in diversi
contesti scolastici sia tradizionali che in organizzazioni educative americane, come la Khan Accademy[5], che può
essere classificata tra le prime a praticare e ad applicare questa
metodica.
L’aspetto più positivo legato a questa “pratica didattica”, non
proprio “nuova[6]”,
è che scaturisce dal basso in quanto è stata proposta inizialmente e
sperimentalmente in classe da dei docenti[7]. Nella sua realizzazione e
applicazione più recente, poi, ha acquisito maggiore rilevanza e attenzione in
quanto, tramite l’operatività, presuppone la contaminazione e l’utilizzo
preminente delle nuove tecnologie digitali.
In una “Flipped classroom” la responsabilità e la titolarità
dell'apprendimento vengono trasferiti in modo “rovesciato”, cioè passano dal
docente agli studenti, e la “classe rovesciata” diventa il luogo in cui viene
stimolato lo sviluppo di nuove conoscenze e la capacità di acquisire nuove
competenze.
Potrebbe pertanto in parte essere classificato come un nuovo approccio
pedagogico che si sforza di soddisfare le necessità e le esigenze degli
studenti nelle nostre scuole e nelle singole comunità e si sovrappone ad altri
strumenti didattici, già noti e sperimentati, quali: Reverse Istruction,
Inquiry Learning, Universal Design for Learning, Blended Learning e Online
learning.
La scelta e la decisione di passare a questo nuovo metodo condiviso viene
però lasciata al singolo docente in quanto solo lui è in grado di valutare i
bisogni dei propri discenti e la cultura della propria scuola.
Flipped Classroom: un modello
Una proposta di flipped classroom più articolata, dettagliata e
percorribile è quella presentata da The Flipped Classroom Model: A
Full Picture[8], mediante
l'infogramma:
Figura 1. Lo schema proposto da Jakie
Gerstein.
Nella presentazione di questo modello, ci si preoccupa di sottolineare che
“non consiste solamente nel vedere dei video come compito a casa, ma è
proposto come un intero ciclo di apprendimento con connessioni personali, per
quanto riguarda il contenuto, ad una comunità di apprendimento più grande.
L'apprendimento diventa così rilevante, di soddisfazione e tra pari, mediante
l'utilizzo delle tecnologie".
Figura 2. Fase 1 -
Experiential Engagement: The Activity.
Il ciclo inizia con la fase Experience, spesso con un apprendimento
pratico, un'esperienza concreta che coinvolga completamente lo studente, lo
renda partecipe del suo apprendimento e lo spinga ad approfondire l'argomento.
Sarà responsabilità dell'insegnante strutturare e organizzare una serie di
esperienze (Educator suggested) che influenzino positivamente gli
studenti e che siano di stimolo e supporto per affrontare future esperienze
(John Dewey[9]).
Gli esempi di esperienze includono: giochi, simulazioni interattive,
esperimenti scientifici, attività artistiche, progetti condotti da comunità.
Setting: Queste attività sono progettate per il tempo in classe e da realizzare
spesso in un contesto di gruppo. In un corso misto (blended), potrebbero
essere attività sincrone faccia a faccia, condotte nel corso del tempo classe.
In un corso online, invece, si potrebbe chiedere agli studenti di
partecipare ad un'iniziativa proposta da una comunità, da un museo, o un
insegnante creativo potrebbe presentare agli studenti delle attività pratiche o
di simulazione da completare in tempo reale o definito.
Figura 3. Fase 2 - Conceptual
Connections: The What.
Nella fase The what gli studenti sono invitati, in un'attività di
apprendimento formale, a guardare video-lezioni, siti web, simulazioni ricche
di contenuti come quelle proposte da Phet[10], letture o testi online,
preparati appositamente da esperti, in cui i concetti da apprendere (The
what) devono essere presentati in forma accessibile. Nell'apprendimento
capovolto, la visualizzazione di video ricchi di contenuti costituisce la fase
di apprendimento. Le risorse fornite online e i media scaricabili
possono essere utilizzate secondo i tempi e le modalità degli utilizzatori.
In questa fase è previsto anche l'utilizzo di chat online, in cui
gli studenti possono fare domande, con risposte fornite dai co-discenti e dagli
educatori, sul contenuto presentato nei video, nei podcast (audio
lectures), in siti web ricchi di contenuti.
Setting: Questi materiali sono utilizzati dagli studenti a casa, nel loro ambiente
e secondo il proprio tempo. Gli studenti hanno, quindi, l'opportunità di
accedere e interagire con questi materiali in modo da visualizzare/rivedere le
informazioni che trovano particolarmente interessanti o che non capiscono. É un
apprendimento asincrono e come tale permette allo studente di personalizzarlo.
Figura 4. Fase 3 - Meaning Making: The So What.
La fase "The so What", (e allora?) ha lo scopo di fornire
agli studenti abbastanza informazioni e di invitarli a leggerle, dando loro una
motivazione, uno stimolo ad approfondire i contenuti. Gli studenti riflettono
su quanto hanno appreso, quello che hanno vissuto nella fase dell'esperienza
della prima fase e quanto hanno appreso dagli esperti nella seconda fase.
Possono discutere, chiarire e approfondire i contenuti appresi, attraverso
l'utilizzo di Test, interventi sui blog, anche pubblicando e condividendo le
loro riflessioni mediante prodotti audio o video con gli altri.
Setting: nel tempo a casa, gli studenti riflettono sui concetti appresi, li
comprendono a fondo e, secondo le loro modalità e tempi, ne fanno una rielaborazione
soddisfacente mediante un lavoro autonomo.
Figura 5. Fase 4 -
Demonstration and Application: The Now What.
Durante la fase The Now What, gli studenti danno una dimostrazione
di ciò che hanno imparato e di come lo sanno applicare in modo significativo.
Devono, infatti, realizzare individualmente un prodotto che va oltre quanto
hanno strettamente imparato a lezione e che sia anche applicabile alla
vita quotidiana. Questo risultato corrisponde al livello di apprendimento più
alto all'interno della Tassonomia di Bloom riveduta, vale a dire la creazione (Creating)
per cui lo studente produce un nuovo prodotto o propone un diverso punto di
vista. In sostanza, gli studenti diventano i narratori del loro apprendimento[11].
Setting: Questa fase del ciclo, in presenza nel tempo classe, dà risultati
migliori quando si può impostare una comunicazione faccia a faccia,
suddividendo la classe in gruppi. Infatti, le ragioni di una modalità di
apprendimento sincrono sono che il docente può guidare il discente verso tipi
di progetti e all'utilizzo degli strumenti più adatti e che la
discussione in presenza con i compagni e con i docenti, come tutor, aumenta la
motivazione e offre delle opportunità per il feedback. Ovviamente, in un
corso online, gli studenti possono lavorare sui loro progetti e
presentarli ai pari e ai docenti (peers/educators) durante una
comunicazione sincrona come dei forum interattivi online.
L’organizzazione dell’attività didattica
Normalmente la ragione principale per cui si sceglie di effettuare
l’apprendimento rovesciato è legato al fatto che spesso la tradizionale
didattica trasmissiva non è oggi sufficientemente efficace e, spesso, è
necessario “sbloccare” lo stato di passività tramite l’incoraggiamento e/o con
un approccio didattico spiazzante, in grado di sconcertare, spronare e
coinvolgere gli alunni.
Per migliorare gli apprendimenti diventa pertanto fondamentale anche
l’organizzazione dell’attività didattica che il docente è chiamato a
predisporre per un suo svolgimento efficace. Sul piano operativo, l’insegnante
è chiamato a preparare i diversi materiali didattici su cui far studiare gli
allievi a casa ed il suo ruolo in classe consiste nell’animare la discussione e
svolgere altre attività di apprendimento. Gli elementi che devono
preventivamente caratterizzare e strutturare una lezione dovrebbero essere:
·
preparare una premessa sull’argomento da trattare,
·
individuare i prerequisiti necessari all’uso corretto delle risorse,
·
rendere evidenti e raggiungibili gli obiettivi che la lezione si prefigge
di raggiungere,
·
facilitare l’acquisizione delle conoscenze necessarie,
·
prevedere la verifica e l’autoverifica delle conoscenze acquisite,
·
favorire e facilitare la formulazione di domande pertinenti,
·
sviluppare in classe la discussione e il pensiero creativo.
Gli insegnanti che preparano, per lo
studente, il “compito a casa” sono consapevoli che sarà prevalentemente la
visione di un video didattico, possibilmente da loro predisposto. Naturalmente
si dovrà preventivamente insegnare agli studenti ad essere proattivi durante la
visualizzazione dei video assegnati, in modo che possano comprendere meglio i
concetti presentati. In genere, l’insegnante che ha preparato o scelto il video
didattico istruisce gli studenti su come mettere in pausa o riavviare
nuovamente il video, se hanno bisogno di sentire un'altra volta le
informazioni. Al termine della visione gli studenti potranno o dovranno
prendere appunti oppure rispondere alle domande di un breve questionario per
auto-verificare il loro grado di comprensione.
Pertanto gli studenti nella propria abitazione, esercitandosi in autonomia,
ma su indicazione del docente, iniziano il loro percorso di ricerca dei
contenuti, visionando dei video, navigando nel Web e ricercando le fonti
suggerite (sviluppo di capacità di utilizzo dei motori di ricerca, di controllo
delle fonti per quanto riguarda l’autorevolezza, la rilevanza, l’accuratezza e
l’oggettività): ad esempio allenandosi alla comprensione dei testi,
riconoscendo e classificando le differenti tipologie testuali, impiegando le
diverse tecniche di lettura tramite la scansione e la scelta, elaborando e
sintetizzando quei contenuti ritenuti pertinenti tramite la “messa a punto”
di base (sviluppo della capacità di coerenza e coesione)
e sottoponendo poi, in classe, quanto prodotto, con l’aiuto della LIM, alla
valutazione del gruppo e sviluppando, con la collaborazione del docente (azione
di coaching e di scaffolding), l’attitudine al confronto, alla
condivisione, alle opinioni diverse e provando a concretizzare quanto appreso
in modo che possa essere condiviso ed utilizzato anche da altri studenti o
anche in contesti differenti.
Punti di vista
La modalità della flipped classroom ha suscitato un grande dibattito
nel mondo dell'educazione e, a fianco dei commenti entusiastici per questa
innovativa modalità d'insegnamento, vi sono molte critiche e giudizi non sempre
positivi. Diversi autori ed insegnanti, poi, non si sentono di "condannare"
questa modalità d'insegnamento, ma espongono i loro dubbi e le loro critiche
sulla sua validità e sulla sua applicabilità.
Vediamone alcune.
- Inizialmente, se non è stata effettuata una
preparazione ed un allenamento mirato, non sempre questa modalità incontra
il consenso degli studenti. Infatti, se non sono già stati abituati a
trovare soluzioni a problematiche nuove e mai affrontate, a studiare
e rielaborare i concetti da soli, si sentono spaesati, a disagio, in
particolare quando maggiore è la difficoltà ed è più faticoso dover
trovare delle risposte.
- Si parla di flipped classroom come di una
innovazione, di un cambiamento epocale nel modo di fare scuola e la si
propone come unica alternativa, rispetto alla modalità trasmissiva,
dimenticando le altre metodologie e strategie didattiche che si basano
sull'aspetto collaborativo partecipativo.
- "In molte altre presentazioni si critica
soltanto e fortemente sia la lezione frontale, dando per scontato che sia
l’unico metodo esistente in tutte le classi di ogni ordine e scuola
italiani in voga dagli anni ’30 fino al 2013, sia chi utilizza altre
strategie comunicative che non siano il modello suddetto, parlando di
“perdite di tempo” e di insuccesso scolastico reiterato[12]".
- La presunta novità di questa modalità di lezione,
infatti, richiama altre precedenti e già sperimentate, se non archiviate
"Potrebbe
sembrare un approccio eccessivamente pragmatico. In realtà si basa sul
consolidato modello pedagogico del Mastery Learning, l’apprendimento per
la padronanza nato negli anni Settanta che, tra le altre cose, si scaglia
contro l’idea che esistano studenti di serie A e di serie B, in grado o meno di
raggiungere accettabili livelli di prestazione.
Il Mastery Learning
punta a far ottenere il massimo livello di padronanza al maggior numero di
studenti (se possibile alla loro totalità), nel rispetto dei ritmi e degli
stili di apprendimento dei soggetti. Il flipped learning in fondo ne
rappresenta un’applicazione aggiornata ai tempi delle tecnologie digitali e dei
social network. Il ribaltamento del tempo consiste semplicemente nello spostare
a casa i momenti di istruzione che richiedono un’interattività limitata,
attraverso lo studio in autonomia[13]".
- "L’idea di
far seguire la lezione con la visione di materiali didattici non è
particolarmente originale (di fatto è una delle tante forme che può
assumere il blended
learning). Ciò nonostante
l’aver dato un nome a questo modello didattico ne sta determinando un
certo successo. Dal punto di vista metodologico siamo in presenza di
una mescolanza tra modelli di istruzione
diretta (“direct instruction”) e di apprendimento
costruttivista. Il risultato finale, infatti, è una classe in cui
l’insegnante non è il “saggio sul palcoscenico”, ma la “guida a lato” e
dove gli studenti possono ottenere una formazione personalizzata e, nello
stesso tempo, assumersi la responsabilità del proprio apprendimento[14]".
- Una docente ha realizzato un piccolo video e si
propone di farlo vedere alla classe, ma osserva:"Non mi sono
ancora azzardata a dirgli di vederlo a casa senza proiettarlo anche a
scuola … ho paura che tre quarti di loro arriverebbe comunque in aula
senza averlo visto, senza contare che ho ragazzi che a casa non hanno il
computer". Sempre nei commenti, si dice: " Mi sembra che
l’approccio “flipped classroom” possa essere considerato come una delle
varianti di didattica blended, in cui cioè una parte degli apprendimenti,
o in fase di preattivazione o di consolidamento, viene spostato al di
fuori dell’aula. Nel caso specifico può avere una funzione particolare
come “anticipazione” o “allineamento iniziale”. Presuppone però due
precondizioni: studenti già motivati e capaci di autogestirsi; materiali
didattici opportunamente predisposti e supporti tecnologici adeguati per
tutti. Spesso gli studenti hanno (ahimè) bisogno di essere guidati passo -
passo[15]".
L'applicabilità e il risparmio di tempo
Facciamo un po' di conti per vedere quanto può essere effettivamente il
risparmio di tempo.
Nella prima fase gli studenti devono "vedere" i video proposti
dall'insegnante e rispondere a delle domande di verifica o di comprensione. I
video durano circa 5 minuti, ma, in genere, i contenuti vengono esposti
abbastanza velocemente e, quindi, bisogna fermare e riavviare la proiezione, se
non ritornare indietro più volte. Diciamo 10 - 15 minuti. Se lo studente è
coscienzioso, lo rivede, altri 5 - 10 minuti per avere una visione globale del
senso dell'argomento. Poi deve rispondere alle domande: 10 - 20 minuti se tutto
va bene. E siamo oltre la mezz'ora. Ma sono sufficienti 5 minuti di video
per trattare l'intera lezione o si devono vedere 2 o 3 video? Diversamente il
tempo si moltiplica per il numero di video. Poi dovrebbe confrontarsi con i
compagni su una chat per discutere o chiarire i diversi aspetti. Rielaborare le
sue proposte e domande da porre in classe ai compagni e al docente. Minuti ...
Se lo studente ogni giorno ha da 4 a 5 materie a scuola e tutte proposte in
modo flippato, quanto tempo deve impiegare ogni giorno nello studio a casa?
Nella seconda fase, gli studenti a scuola discutono, chiariscono i dubbi,
approfondiscono ed elaborano i contenuti. Riferiamoci, ancora, ad una
situazione abbastanza comune: mattinata di 5 ore, 5 materie, durata lezione di
60 minuti, classi di 24 allievi.
Per la normale gestione burocratica della lezione (appello, entrate,
uscite, compiti da dare per la prossima volta ...) supponiamo di spendere dai 5
ai 10 minuti. Avendo 24 studenti, abbiamo formato 6 gruppi di studio di 4
studenti ciascuno, di conseguenza, sono a disposizione di ogni gruppo meno di
10 minuti (circa 8' 20'') per discussioni e chiarimenti che non siano comuni a
tutti gli studenti. Se poi qualcuno non ha visto il video, non ha capito o
altro, il tutto deve essere rimandato al prossima lezione. Si potrebbe dire che
la flipped classroom non può essere la modalità di insegnamento
prevalente di tutti i giorni e tutte le occasioni.
Utilizzo di Internet per lo studio
Vediamo alcuni contributi della rete sulla diffusione e utilizzo dei
computer, Tablet e smartphone da parte dei nostri studenti.
Figura 6. Sintesi dei dati sulla
diffusione di Internet in Italia – Audiweb Trends giugno 2014.
In base al nuovo report trimestrale sulla diffusione di online in Italia
[...] nel primo semestre del 2014[16] sono 39,7 milioni gli
italiani tra gli 11 ed i 74 anni che possono accedere a Internet da locazioni
fisse (da casa, ufficio o da un luogo di studio) o da mobile, l’83,9% della
popolazione nella fascia d’età considerata.
Nell’ultimo anno l’accesso ad Internet da differenti device e location
presenta un trend di diffusione costante, con valori particolarmente in
crescita per i device mobili, smartphone e Tablet.
Risultano, infatti:
- un’elevata disponibilità da casa attraverso computer
(35,5 milioni di individui tra gli 11 e i 74 anni, pari al 75,1% dei
casi);
- 25 milioni gli individui che dichiarano di
accedere a Internet da telefono cellulare/smartphone (il 53,2% degli
italiani in target), con una crescita del 13,7% nell’ultimo
semestre (gennaio – giugno 2014);
- 9 milioni coloro che dichiarano di accedere da
Tablet, con una crescita annuale pari all’88% (giugno 2014 VS giugno
2013).
La disponibilità nelle scuole
A che punto si trova la scuola italiana riguardo alla dotazione tecnologica?
Una recente indagine della Commissione Europea, conclusa a fine 2012, ha
analizzato lo stato e l’uso delle infrastrutture ICT, le attività basate
sull'ICT e le competenze digitali. I risultati non sono incoraggianti per le
scuole italiane, in particolare sul fronte delle infrastrutture digitali. In
media la disponibilità di computer connessi a nelle scuole europee è di uno
ogni 14 studenti, mentre in Italia è di uno ogni 158. Inoltre, la percentuale
di scuole italiane senza banda larga è tre volte al di sopra della media UE[17].
Le percentuali di utilizzo di Internet per utilizzo didattico sono
sicuramente in aumento, dato che per iniziativa degli insegnanti, Tablet,
smartphone (mobile learning) sono sempre più utilizzati ad uso didattico nelle
classi a scuola, ma l'utilizzo per la didattica è meno del 10%.
Figura 7. In sintesi i due modelli di
apprendimento.
Nell'utilizzo a casa la situazione è un po' diversa.
Quasi il 90% del campione dichiara di utilizzare Internet per accedere a
social network, il 36,4% ricerca informazioni online, il 20,9% gioca online
a videogiochi, l’8,5% degli adolescenti intervistati sfrutta la rete per
attività di tipo sessuale (video erotici e/o pornografia), il 4,5% utilizza la
connessione per giocare d’azzardo. Il 3,8% del campione non dichiara i
contenuti delle attività alle quali si dedica online[18].
In particolare l’indagine[19] permette di accertare
l’attuale rendimento scolastico dei ragazzi intervistati e il loro
atteggiamento verso l’utilizzo di strumenti di connessione quali, ad esempio,
gli smartphone, mettendo in luce: la frequenza delle connessioni giornaliere,
la durata complessiva del tempo trascorso quotidianamente online, il tipo di
attività svolta online (social network, videogame, sex activities, gioco
d’azzardo/poker online, infosurfing), l’attitudine a spegnere il
cellulare durante le ore di studio e di interrompere la connessione durante la
notte, prima di andare a dormire.
Dalla ricerca emerge una nuova definizione del profilo delle giovani
generazioni di adolescenti. Il 66,5% degli adolescenti intervistati non
sospende mai la connessione mentre studia. Il 59,1% non interrompe la
connessione durante il riposo notturno.
La flipped classroom sembra una didattica debole, forse, perché a
parte invertire la fase di approccio agli argomenti rispetto alla loro
discussione e approfondimento, non propone una struttura, una metodologia
precisa in cui inquadrare l'attività didattica. Non vengono proposte delle
indicazioni strategiche ma frasi generiche ripetute come slogan. Alla fase a
casa di visione di video o materiali predisposti, che richiama i principi del
comportamentismo e della didattica trasmissiva - si cita ancora la Tassonomia
di Bloom - segue una fase in classe di discussione, ampliamento e
approfondimento dei significati che alla meglio si può definire un tipo di
attività laboratoriale ma non necessariamente costruttivista.
L'idea di avere un gruppo di allievi in parte già preparato e documentato
sul contenuto proposto, mediante la visione di materiali che lo trattano
adeguatamente ed esaustivamente, sicuramente non è male. Ma ci sarebbe da
chiedersi dove sono andati a finire gli anticipatori cognitivi (Ausubel, Novak,
Jonassen) l'apprendimento graduale secondo la spirale di Bruner, gli stili di
apprendimento, le intelligenze multiple di Gardner.
Si parla di materiale video, ma quale? Quello che viene proposto in rete
lascia spesso a desiderare per chiarezza, proprietà di esposizione, aspetto
comunicativo.
Figura 8. Esempi di video-lezioni con
difetti.
Vediamo, al di là della preparazione dei docenti che li hanno prodotti e la
validità degli argomenti presentati, alcuni esempi: immagini di lavagne con
testi poco leggibili e "sgorbi", "faccioni" che ci
raccontano la vita dei grandi, testi che scorrono nello stile di guerre
stellari ..
La maggior parte dei materiali si riferiscono a materie scientifiche:
matematica e geometria, mentre quelli che si riferiscono alle materie
umanistiche sono in numero minore e ripropongono, spesso, la struttura dei
PowerPoint.
“Ho visionato qualche
lezione in italiano (se ne trovano tante digitando “Flipped classroom”) molto
simpatiche … monologhi con pause previste dall’insegnante, battute previste
dall’insegnante, domande a cui non segue nessuna risposta … non ce la posso
fare[20].
[...] Ma per la matematica no. Non riuscirei a rinunciare agli
sguardi dei bambini durante una spiegazione perché essi la modulano, la
diramano, la declinano nei modi più diversi per poter essere funzionale alla
comprensione. Le “lucine che si accendono” io le voglio vedere … ne ho
bisogno. E chiunque mi può dire che perdo tempo … ma io ho la prova che non è
così”.
Si parla di materiali prodotti dagli insegnanti appositamente, ma quanti
hanno la creatività, la capacità la volontà di prepararli? O ci si affiderà a
quelli già pronti che sono a disposizione.
In particolare, non è applicabile per ogni attività didattica e in modo
generico per ogni lezione, ma prevalentemente per quelle che richiedono di
seguire una procedura da ripetere o da apprendere, come degli esercizi di
approfondimento o come stimolo per ricerche guidate. Non è applicabile in tutte
le classi perché richiede una struttura tecnologica, una preparazione specifica
degli studenti, dato che la capacità di gestire questo tipo di didattica non si
può improvvisare.
Lavagna interattiva digitale e Flipped classroom
A nostro parere, la modalità didattica della classe rovesciata, come tutti
gli strumenti e le tecniche didattiche, può dare buoni risultati se utilizzata
in modo opportuno e conveniente per l'apprendimento e il successo formativo.
Come ben sappiamo la LIM ha assunto il ruolo di mediatore interattivo,
ormai fondamentale in moltissime classi di livelli scolastici diversi, in
quanto configura e realizza un ambiente di apprendimento multimediale; la LIM
trasporta e trasferisce nella realtà quotidiana tutti i canali di comunicazione
messi a disposizione dalle reti telematiche e tutte le prerogative introdotte
dagli strumenti digitali, pertanto ben si presta e possiede tutte le
caratteristiche per adattarsi anche a questa metodica didattica[21].
L'utilizzo degli strumenti della Lavagna digitale permette ai docenti e
agli studenti di realizzare pagine inserendo testi editabili, quindi con la
possibilità di rielaborarli e integrarli con osservazioni e approfondimenti.
Formule matematiche chiaramente leggibili, figure geometriche di forma
corretta, corrispondente a quella canonica, e rispondente alle necessità
dell'analisi delle loro caratteristiche, alla loro manipolazione mediante
strumenti come: compasso, goniometro, righello, squadre. Costruzione di pagine
con testi, immagini, inserti video per approfondimento, secondo una logica
corrispondente alle regole della comunicazione visiva, fondamentale per la loro
lettura e comprensione. I vari medium hanno la loro struttura e
trasmettono il loro messaggio: il testo di un libro, un video, una pagina di un
PowerPoint o di lavagna sono diverse espressioni e presentazioni di un contenuto
che viene virtualizzato secondo il medium scelto, ma vanno redatte,
lette e interpretate in modo differente. La scelta della modalità di
rappresentazione dei contenuti non deve essere casuale, ma corrispondere alle
finalità che il docente e gli studenti si propongono nella costruzione
dell'oggetto didattico che intendono realizzare. Un video è una comunicazione
mediata che si avvicina a quella faccia a faccia, ma non ne ha tutti gli indizi
comunicativi. Presenta la replica di un avvenimento, di un percorso, di una
procedura, quindi, una duplicazione della realtà che una volta compiuta è
immutabile. Un prodotto chiuso e perfetto che può essere solo replicato,
direbbe Baudrillard[22].
Una pagina di una presentazione (PowerPoint) è nata, principalmente,
"per proiettare e quindi comunicare su schermo, progetti, idee, e
contenuti, potendo incorporare: testo, immagini, grafici, filmati, audio e
potendo presentare tutto questo con animazioni di alto livello[23]".
Una presentazione schematica e sintetica dei contenuti proposti può essere
utile per richiamare alla mente gli aspetti fondamentali, i punti salienti di
un argomento, di una storia, di una procedura, che già si conosce, ma non per
trattare l'argomento nei suoi aspetti più significativi, più profondi,
di fare nessi e inferenze tra i differenti concetti. Il rischio è un
apprendimento superficiale, dato che può esserci un collegamento con gli
anticipatori cognitivi, un'integrazione dei nuovi concetti nella rete della
nostra conoscenza. Può portare al disorientamento e all'overload
cognitivo.
Secondo Maryanne Wolf, Internet offre l'apparenza della
semplicità dovuta allo sforzo dei webmaster di migliorare l'usabilità dei
website. Infatti è facile per chi non vuole fare nessuno sforzo cognitivo
abbandonare un website complesso e trovarne un altro apparentemente più
semplice e appariscente. Internet offre una quantità sterminata di informazioni
che sembrano accessibili senza sforzo critico, cioè senza avvertire il bisogno
di "andare oltre l'informazione data[24]”.
“Quello che mi chiedo è se il giovane lettore tipico consideri l'analisi del
testo e la ricerca di strati di significati più profondi sempre più
anacronistici, a causa della sua abitudine all'immediatezza e all'apparente
completezza delle informazioni mostrate dallo schermo di un computer.
[...] Mi domando quindi se i nostri figli stiano imparando il cuore del
processo di lettura: andare al di là del testo[25]
[...] che per lo psicologo Jerome Bruner, è il vero vantaggio della lettura.
Secondo Bruner la capacità generativa della lettura crea nuova conoscenza per
il lettore (e le sue esperienze), e nuova informazione per coloro che si
relazionano con il lettore”.
Gli allievi, tramite il
software della LIM installato sui propri PC o Notebook (sui Tablet non tutti i
software disponibili per la LIM al momento offrono prestazioni significative),
vengono impegnati presso la propria abitazione, a preparare le loro ricerche
e/o le loro presentazioni da condividere poi in rete o in classe con il docente
e gli altri compagni o anche, come suggeriamo, di utilizzarle in situazioni
comunicative alternative (es.: a studenti di altre classi, ai propri
genitori, a convegni, a concorsi, presso musei, …).
La presenza della LIM in classe permette poi agli alunni, facilitati dalla
multimedialità, di condividere, approfondire e far apprendere con
i propri compagni gli sforzi documentali secondo le modalità di
collaborazione e cooperazione che il docente avrà predisposto nella
organizzazione didattica della classe.
La richiesta però di un uso corretto e consapevole delle tecnologie
digitali, nello specifico del software della LIM, richiede alcune abilità
chiave che devono essere preventivamente insegnate e spiegate agli allievi in
modo che la fruizione e/o la produzione delle risorse didattiche (es. video)
diventi effettivamente efficace e formativa.
A nostro parere, la LIM, proprio perché è uno strumento interattivo e
multimediale, permette di integrare all'interno dei suoi file
(Aggregatore di risorse) tutti gli oggetti testuali (testi narrativi, video,
audio, iconici) secondo le finalità del prodotto didattico, che docenti e
studenti si propongono di realizzare insieme in modo collaborativo.
L'esposizione schematica dei concetti più rilevanti, corredata da immagini, che
ne completino il significato (doppio codice di Paivio[26]) e che non siano solo
abbellimenti, possono trovare gli opportuni approfondimenti negli allegati al file.
Testi, immagini, video, animazioni flash possono costituire un solo
pacchetto didattico con le pagine della lavagna (Sistema di comunicazione).
Lo strumento videoregistratore permette di realizzare dei video corredati
di audio di tutte le azioni che compaiono sullo schermo/pagina di lavoro della
LIM. Questa funzione oltre a quella che si effettua sfogliando nel browser delle
pagine (LIM, come un blocco di fogli), permette di tenere traccia dello
sviluppo dell’esperienza: il tracciamento della lezione o dell'UdA prodotta.
Il tracciamento permette agli studenti:
- apprendimento per fasi destrutturando la lezione,
- aggancio con i concetti già presenti nella
propria conoscenza, cioè gli anticipatori cognitivi,
- ricostruzione nella mente del ragionamento e dei
significati sottesi secondo i propri tempi, le modalità di apprendimento e
le proprie conoscenze,
- non solo ricostruire il ragionamento, ma la
possibilità di riviverlo e di farlo proprio .
Nell'esame del Modulo 2 della certificazione LIM di AICA, viene chiesto al
candidato di realizzare un video, con commento audio, di un percorso didattico
significativo inerente all'argomento didattico proposto, Quindi: una
dimostrazione, l'esecuzione di un esercizio tipo, il commento di un brano o di
una poesia ...
La possibilità di “registrare dei video” con i percorsi, le presentazioni
e/o le spiegazioni del docente o degli allievi e di creare pertanto una
raccolta di materiali che, se previsto e organizzato, diventano patrimonio
didattico della classe, e/o di tutti, e possono ovviamente essere
rivisti e/o riutilizzati tutte le volte che è necessario.
Poi con l’aiuto del
“riproduttore video”, sempre disponibile come strumento sul software della LIM,
i video raccolti anche nella Play list, dopo essere stati caricati,
possono, per mezzo dell’uso del tasto “pausa” e “riavvio” essere
fermati o rivisti nuovamente più volte. Durante la visione del video stesso è
possibile, sui fotogrammi bloccati, effettuare o scrivere, con l’aiuto
dell’inchiostro digitale: annotazioni, sottolineature, commenti,
evidenziazioni dei punti salienti o poco chiari, infine con il tasto “Cattura”
effettuare l’arresto e il successivo salvataggio e trasferimento, delle varie
schermate commentate, direttamente sulle pagine della LIM, realizzando una
documentazione della rielaborazione e dell'approfondimento del video visto. E’
possibile anche modificare la velocità di riproduzione del video e regolare
l’intensità del volume del sonoro, creare delle “Play list” di video
didattici indicati dal docente e/o, eventualmente, reperiti in rete legati allo
stesso argomento o disciplina scolastica.
Numerosi sono i software di appoggio, molti dei quali anche gratuiti, che
possono essere utilizzati sia dal docente che dagli allievi, e come si sa, la
rete Internet è una fonte inestimabile di risorse in continuo rinnovamento e
aggiornamento.
In questo modo lo stesso
studente può scegliere secondo la propria volontà lo “strumento” più idoneo al
suo percorso e creare poi le condizioni per adeguare il ritmo della visione
secondo le proprie necessità di apprendimento e permettere così di trasformare
le conoscenze in vere e proprie competenze. Questa modalità di apprendimento
attivo inoltre consente anche al docente di individuare, grazie ai suoi
allievi, i limiti del proprio video didattico e di apportare quelle modifiche
necessarie ed efficaci al miglioramento, al chiarimento e alla semplificazione
della sua comunicazione[27].
I software di appoggio alla lezione consentono anche la possibilità di
utilizzare procedure per creare lezioni video sia da parte dei docenti sia da
parte degli allievi e permettono, oltre a gestire il video, di formulare
domande relative al video prodotto, e/o di assegnare, in modo differenziato e
mirato, i compiti ai singoli alunni o ai gruppi di alunni precostituiti. I
docenti, identificato l’argomento, l’obiettivo e scelto il video adatto allo
scopo (se non realizzato da loro stessi), tramite i principali siti che
mettono a disposizione materiali video (es. YouTube, Vimeo, TeacherTube, …
), possono personalizzare, realizzare, inserire ed assegnare sulla timeline del
video stesso, diverse attività (formulare domande, predisporre risposte
singole o a scelta multipla, affermazioni, ) da utilizzare in modo sincrono
durante la sua visione[28].
Figura 9. Esempio: domanda con il software
Educanon per il video di “Quark” condotto da Piero Angela.
Dopo la selezione di una classe e/o di una particolare lezione, è
possibile, al termine raccogliere e tabulare in tempo reale per ciascuna
domanda formulata i dati dell’apprendimento fatto da ogni allievo o dal gruppo
e visualizzare gli argomenti che hanno bisogno di essere “ri-insegnati”
e/o identificare chi ha bisogno di maggiore attenzione su quel determinato
argomento di lezione.
Interazione e integrazione della LIM con gli altri dispositivi[29]
e gestione della flipped classroom con la LIM
Essendo il sistema LIM (Computer, videoproiettore, lavagna digitale) un
aggregatore di risorse e un sistema di comunicazione, permette
l'interazione e l'integrazione con altri dispositivi, trasformandosi, con
l'applicazione di opportune metodologie e strategie didattiche, da strumento ad
ambiente di apprendimento in cui la flipped classroom può essere
inserita con profitto per l'apprendimento e il successo formativo degli
studenti.
Figura 10. Il “sistema LIM”.
Vediamo l'aspetto interazione e integrazione di dispositivi di classe, di
gruppo o individuali.
Il sistema LIM è costituito da un computer che ha la funzione di gestione e
di controllo della lavagna, tramite il software proprietario. Date le sue
caratteristiche hardware e software, il computer è uno strumento di
produttività a disposizione del docente e di tutta la classe che permette di
utilizzare diversi tipi di programmi per la progettazione, la realizzazione e
pubblicazione online delle lezioni e delle UdA. Il videoproiettore,
interfaccia di visualizzazione con il supporto lavagna, consente alla lavagna
di essere uno strumento di classe per la collaborazione docente-studenti,
grazie alla visualizzazione, presentazione e integrazione dei contenuti. Al
sistema lavagna, si possono associare altri dispositivi fissi e mobili,
individuali o di gruppo, collegati con la rete, che permettono, secondo la loro
tipologia, le loro prestazioni e le loro caratteristiche, la ricerca delle
informazioni, la pubblicazione dei prodotti didattici, la condivisione sui social
network e lo storage nei cloud.
Da un punto di vista dell'utilizzo e della scelta delle metodologie e
strategie, la modalità flipped classroom, a nostro parere, trova
applicazione con soddisfazione, in una seconda fase, quando agli studenti sono
stati proposti i concetti fondamentali e scientifici della materia, secondo la
metodologia scelta dal docente. Dopo un conveniente periodo d'istruzione e
formazione all'utilizzo degli strumenti, delle risorse e dei software scelti a
supporto della didattica, nella seconda fase, il docente, secondo le finalità
che si è proposto, sceglie la metodologia o la strategia didattica
corrispondente. Può essere utile considerare di utilizzare più strategie da
mettere in atto in momenti diversi del percorso didattico secondo le necessità
di apprendimento degli studenti.
Le strategie che proponiamo sono quelle che sono elencate nel Syllabus 2.1
della certificazione Cert-LIM Interactive Teacher di AICA e che, secondo
noi, sono le più adatte, tra quelle conosciute, per una didattica con la LIM.
Il ventaglio delle tecniche didattiche proposte nella tabella si richiamano
alle modalità e alla filosofia di una didattica costruttivista[30].
Metodologie e strategie proposte per una didattica con la LIM[31]
|
|
Finalità di utilizzo
|
Strategie e strumenti
|
Potenziare
l'esposizione del docente/formatore ed erogare contenuti disciplinari.
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·
Trasmissiva potenziata dagli strumenti della LIM in
forma dialogata o partecipativa con alternanza di fasi trasmissive e
costruttive (blended)
|
Potenziare l'efficacia
comunicativa dell’esposizione degli
studenti/corsisti grazie alla multimedialità
|
·
Organizzatori grafici
·
Brainstorming
·
Tabella KWL
·
Modello progettuale dell'esagono
·
Web strategies
(Hotlist, Scrapbook, Knowledge Hunt, Subject Sampler)
|
Ricerca delle
informazioni e realizzazione di attività laboratoriali, sia in forma
collaborativa che cooperativa, per la rielaborazione delle informazioni e la
realizzazione di prodotti didattici su argomenti di studio o di
approfondimento.
|
·
Strategia del Big6
·
Brainstorming
·
Organizzatori grafici (mappe)
·
Tabella KWL
|
Realizzare un’attività
didattica (UdA) facendo ricorso a risorse della rete o altro (libri, cd/dvd,
riviste, enciclopedie) già definite e reperite dal docente, tramite un
percorso guidato (processo).
|
·
Caccia al tesoro della conoscenza
·
Strategia del WebQuest
·
Organizzatori grafici (mappe)
·
Tabella KWL
|
Proporre discussioni e confronti di opinione su diverse
problematiche per creare consenso o persuasione
|
·
Strategia del WebQuest
·
Organizzatori grafici (mappe)
·
Brainstorming
·
Tabella KWL
|
Organizzare eventi, iniziative rispondendo a domande (Chi, Come, Dove,
Quando, Quanto, Perché)
|
·
Modello procedurale Esagono.
|
Indagare su fatti, avvenimenti, analisi dei testi e documenti
ponendo delle domande/interrogativi
|
·
Strategia del WebQuest
·
Organizzatori grafici (mappe)
·
Brainstorming
·
Tabella KWL
·
Modello progettuale dell'esagono
·
Strategia dell'Apprendistato cognitivo
|
Costruire competenze,
abilità e conoscenze partendo da contesti reali (analisi di caso, situazioni
reali, esperienze reali).
|
·
Strategia Laboratoriale
·
Strategia del WebQuest
·
Organizzatori grafici (mappe)
·
Brainstorming
·
Tabella KWL
·
Modello progettuale dell'esagono
|
Elaborare verifiche
per valutare l'attenzione e la partecipazione alle lezioni, le conoscenze, le
abilità e le competenze acquisite
|
·
Modello progettuale dell'esagono
·
Strategia del WebQuest
·
Organizzatori grafici (mappe)
·
Tabella KWL
|
Realizzare attività di
sostegno, di ripasso, di recupero e
consolidamento delle conoscenze
proposte nelle lezioni svolte
|
·
Strategia dell'Apprendistato cognitivo
·
Modello progettuale dell'esagono
·
Strategia del WebQuest
·
Organizzatori grafici (mappe)
·
Tabella KWL
|
Progressi e svantaggi dell’apprendimento rovesciato
Secondo alcuni studiosi questa modalità è ancora “debole[32]”, infatti, affinché
l’introduzione di questa proposta pedagogica possa essere applicata ed avere un
ritorno positivo, è indispensabile, da parte dei docenti e anche da parte degli
allievi, condividere alcuni prerequisiti e accogliere alcune disponibilità ai
cambiamenti:
- disponibilità
del/i docente/i a modificare il proprio ruolo, da unico
trasmettitore-divulgatore della conoscenza a guida, tutor, coach,
organizzatore, conduttore e/o accompagnatore del gruppo, …;
- accettazione
da parte di tutto il Consiglio di classe di utilizzare la metodologia di
apprendimento rovesciato anche per non creare disagio e incertezze negli
alunni;
- disponibilità
delle risorse offerte dalle nuove tecnologie digitali sia a casa che a scuola;
- disponibilità
di una rete scolastica efficiente;
- familiarità
con le nuove tecnologie digitali e nello specifico anche con l’uso della
LIM;
- disponibilità,
anche da parte della istituzione scolastica, di rivedere il proprio setting
organizzativo (gestione degli spazi, orari, tempi);
- condivisione
del progetto didattico anche da parte delle famiglie.
Conclusioni
Come abbiamo detto, la flipped classroom è una modalità d'insegnamento che
può essere messa in atto con successo in una seconda fase del percorso
didattico, con una strutturazione delle attività secondo una o più strategie
scelte, per attività mirate e con il corretto supporto tecnologico.
Abbiamo provato a raccogliere nel prospetto sotto riportato quelli che, a
nostro avviso e in base alle documentazioni reperite, riteniamo gli aspetti
positivi o gli svantaggi che più si possono evidenziare nell’applicazione di
questa nuova pratica operativa[33] che sta incontrando
l’interesse e la sperimentazione anche da parte di numerosi docenti italiani.
PRO
|
CONTRO
|
Riduzione sensibile
tra l’apprendimento formale o scolastico individuale e l’apprendimento
informale in maniera autonoma dei media fortemente motivato e socialmente
condiviso.
|
Rischio di maggiore
dispersività, di un apprendimento superficiale e non organico.
|
Imparare ad imparare
attraverso un apprendimento permanente nella direzione delle teorie
costruttiviste e con la centralità del soggetto che apprende sviluppando una
didattica per competenze.
|
Maggiore complessità
nella realizzazione e anche maggior carico di lavoro iniziale da parte
dei docenti per la realizzazione delle lezioni.
|
Diverso modo di
proporre i contenuti e l’adattamento personalizzato in rispetto dei propri
ritmi e dei tempi per l’apprendimento degli stessi.
|
Tempi lunghi, ci vuole
un po' di tempo per gli studenti per abituarsi al sistema se la pratica
didattica non viene impostata fin dall’inizio
|
Comunicazione
multicanale offerta dagli strumenti del Web , della LIM e dalle scelte di
forme comunicative seducenti e accattivanti proposte e selezionate dal
docente stesso con modalità del tipo WebQuest.
|
Dubbi sui risultati,
in quanto non ci sono molte statistiche al riguardo (solo americane), ma solo
la testimonianza dei docenti sperimentatori.
|
Maggiore possibilità
di attenzione da parte del docente ai singoli studenti e alle loro necessità
potendo dedicare un tempo più ampio e produttivo alla costruzione della
conoscenza secondo una logica di apprendimento significativo e di
apprendistato cognitivo collettivo e cooperativo.
|
La Flipped Class
spesso viene vista e/o presentata come sinonimo di “video online” o di
“insegnamento a distanza”.
|
Maggiore sviluppo in
classe di confronto critico, di relazioni e di collaborazioni con i propri
compagni . Conseguentemente maggiore sviluppo di una comunità di
pratica e aumento dell'interazione complessiva: insegnante a studente e
studente a studente. Ogni studente diventa responsabile e co-costruttore del
proprio processo di apprendimento, migliora la sua autostima, impara ad
armonizzare le proprie istanze all'interno del gruppo dei pari, si mette in
ascolto dell'altro non per "integrarlo" ma per confrontarsi con la
complessità del sapere imparando ad apprendere dagli altri, a cooperare, a
cedere le proprie conoscenze e a trasmetterle, in sintesi ad apprendere
reciprocamente.
|
Non tutti gli studenti
posseggono un computer a casa e con l'accesso a Internet. Pertanto se non
possono beneficiare dei servizi d’istruzione online a casa, hanno
bisogno di ricevere istruzioni in classe o rischiano di rimanere indietro.
|
Spostamento di tutta
l'attività di analisi, applicazione, collegamento, valutazione e creazione,
cioè tutto ciò che denota un "apprendimento attivo” nella propria aula e
nel lavoro del gruppo-classe. Questo apprendimento, questa esperienza e
creatività vengono mediati non dal solo docente, ma da tutto un insieme di
altre fonti multimediali scelte con cognizione di causa per stimolare nello
studente anche maggiore interesse e coinvolgimento.
|
Gli allievi non
possono fare delle domande durante la visione dei materiali didattici
(videoregistrazioni, documenti, tabelle, …).
|
Il maggiore
coinvolgimento dello studente comporta la riduzione significativa delle
problematiche relative all’attenzione ed al comportamento in classe degli
studenti che diventano discenti attivi piuttosto che ricettacoli di
informazioni.
|
Difficoltà nel
reperire o creare per ciascuna lezione materiali didattici altamente
qualificati.
|
Uso prevalente di
tecnologia digitale che garantisce efficaci momenti interattivi e collaborativi
anche presso la propria abitazione tramite strumenti sincroni/asincroni e
spazi realizzati e strutturati in percorsi didattici educativi e funzionali
con materiali didattici selezionati, o predisposti e approntati appositamente
dal docente. (es. LIM, Moodle, Edmodo, …)
|
Modifica del sistema
di valutazione tradizionale con inserimento di modalità differenti per la
valutazione e l’autovalutazione degli allievi.
|
Possibilità di un
trasferimento attivo e intenzionale delle informazioni al di fuori della
classe, utilizzando il vantaggio dato da tecnologie come es. il podcasting
o screencasting con l’obiettivo di avere più tempo libero e di fare un
uso migliore delle interazioni faccia-a-faccia a scuola.
|
Non tutte le famiglie
possono essere favorevoli a questa modifica metodologica didattica e
permettere con piena libertà l’utilizzo della rete Internet.
|
Le lezioni e i
materiali didattici approntati o predisposti dal docente sono sempre
disponibili permettendo il loro utilizzo o riutilizzo a seconda delle
necessità degli allievi facilitando in questo modo anche la riflessione sulla
riflessione (metariflessione) durante lo svolgimento della propria azione e
la formulazione di quesiti e chiarimenti.
|
Potrebbe essere molto
di più, per migliorare gli apprendimenti si dovrebbe osare di più. Si
dovrebbe pensare a pratiche che abbiano un fondamento concettuale che
vada oltre il semplice “anticipare” i contenuti per lasciare più tempo in
classe per “lavorare” con quei contenuti. (G. Marconato)
|
Gli studenti a casa
tramite la rete Internet hanno accesso immediato e facile a qualsiasi
argomento quando ne hanno bisogno, lasciando all'insegnante maggiori
opportunità e occasioni di espandere maggiormente la capacità di pensiero e
di arricchimento e approfondimento.
|
Non basta “rovesciare”
il luogo ed il momento della distribuzione dei contenuti (la “spiegazione”)
per migliorare gli apprendimenti. L’attenzione alla flipped è
certamente indicativo del fatto che tanti insegnanti stanno mettendo in
discussione le proprie didattiche ed iniziano (forse) a cambiarle,
ma per una didattica efficace è indispensabile creare un ambiente di
apprendimento ricco. (G. Marconato)
|
Si può più facilmente
interrogare singoli studenti, per sondare idee sbagliate intorno a concetti
scientifici, e chiarire concetti errati.
|
Il video non sempre
facilita l’attivazione della intelligenza emotiva che invece viene stimolata
dalla lezione in presenza, ma viene però compensata nel lavoro di gruppo
attraverso il pensiero costruttivo.
|
Gli studenti avanzati
hanno più libertà di apprendere anche autonomamente ed è possibile dedicare
maggiore tempo e creare maggiore relazione e dare maggiore motivazione agli
altri studenti che incontrano difficoltà.
|
La banalizzazione dei
contenuti disabitua a leggere e comprendere i testi più complessi e alla loro
rielaborazione.
|
Spostare la fornitura
dell’istruzione dei contenuti di base online forniti dal docente
presso la propria abitazione offre agli studenti l'opportunità di rivedere e
visualizzare nuovamente e più volte una lezione che non hanno capito o
tramite altro materiale che hanno già appreso (es. riproduttore
video). Sono gli studenti che decidono cosa guardare e quando; il che,
almeno in teoria, offre loro una maggiore proprietà sull’apprendimento.
|
|
Una differenza
fondamentale: il tempo in aula degli alunni non è più speso per apprendere un
contenuto grezzo, (un processo in gran parte passivo). Invece, in
classe, gli studenti praticano e analizzano problemi, discutono questioni, o
lavorano su progetti specifici.
L'aula diventa così un
ambiente interattivo che li coinvolge più direttamente nella loro educazione.
L’insegnante presente ha più tempo per rispondere alle domande e vigilare su
come gli studenti stanno facendo e il ciclo di feedback ha un potenziale
maggiore per sostenere l'apprendimento degli studenti.
|
|
I video e gli altri
materiali didattici rappresentano una sorta di biblioteca o di magazzino
didattico asincrono approntato e/o selezionato prevalentemente dal docente al
quale gli allievi possono accedere in qualsiasi momento, legato alla
loro necessità e usufruito secondo i propri ritmi in una logica di
autoregolazione (intesa come autodeterminazione di obiettivi, tempi e modi) e
di personalizzazione dell’apprendimento.
|
|
Utilizzo di una ampia
varietà di strumenti e risorse tecnologiche digitali che, a seconda
dell’occorrenza, facilitano e coinvolgono più facilmente gli allievi.
|
|
Il pregio della FC è
di riuscire a comunicare in modo semplice e ad un grande pubblico, spesso
refrattario a concettualizzazioni complesse, un’idea importante che è
quella che in classe non ci si può focalizzare sulla trasmissione di
contenuti. (G. Marconato)
|
|
La lezione è sempre
disponibile e può sempre essere rivista dagli assenti, dai genitori e da
tutti per una maggiore comprensione dei passaggi. Apprendimento mirato con la
possibilità di rivedere i passaggi di un argomento, facilita la
metariflessione, soddisfa il bisogno di controllare la propria comprensione
(L. Antichi)
|
[1]
Pierre Levy
sostiene che il fine più elevato di è l'intelligenza collettiva, un concetto
già introdotto da filosofi del passato in altro contesto, e così definito in
un'intervista: “In primo luogo bisogna riconoscere che l'intelligenza è
distribuita dovunque c'è umanità, e che questa intelligenza, distribuita
dappertutto, può essere valorizzata al massimo mediante le nuove tecniche,
soprattutto mettendola in sinergia. Oggi, se due persone distanti sanno due
cose complementari, per il tramite delle nuove tecnologie, possono davvero
entrare in comunicazione l'una con l'altra, scambiare il loro sapere,
cooperare. Detto in modo assai generale, per grandi linee, è questa in fondo
l'intelligenza collettiva » (1996)
[2]
L'attività didattica deve essere effettuata tra l'area
effettiva di sviluppo e quella potenziale, che viene detta zona di sviluppo
prossimale, cioè la distanza tra il livello effettivo di sviluppo e quello
potenziale. Lo scaffolding di Bruner e la zona di sviluppo prossimale di
Vygotskij sono complementari: l'insegnante opera un'attività
di mediazione, (scaffolding), e l'allievo viene sostenuto da tale
attività, (zona di sviluppo prossimale). L'insegnante quindi aiuta l'allievo a
rendere il materiale di studio acquisibile, tale aiuto fornito nella zona
prossimale viene detto scaffolding.
[3]
https://www.youtube.com/t/education : accesso a una vasta raccolta di
video didattici che vanno dalle lezioni accademiche ai discorsi motivazionali.
Questo sito offre lezioni rapide offerte dagli insegnanti migliori al mondo,
lezioni tratte da corsi tenuti in università di alto livello o video suggestivi
che fanno correre l’immaginazione.
[4]
E’ importante che sia proprio lo stesso docente, che poi seguirà le
attività in classe, ad essere nel video, in quanto, se è lo stesso
docente a comunicare attraverso il video, si crea più facilmente con lo
studente una relazione e un ambiente conversazionale simile ad un incontro di
tutoraggio individuale. L'altra cosa efficace per la classe è che gli studenti
hanno accesso permanente a tali risorse e quindi possono tornare a rivederli
più volte oppure utilizzarli come parte della loro revisione.
[5]
Organizzazione educativa non a scopo di lucro creata nel 2006 con
l’obiettivo dichiarato di ‘fornire un’educazione di alta qualità a chiunque,
dovunque’. Il sito dell’organizzazione raccoglie oltre 5.000 video-lezioni,
caricate attraverso il popolare servizio di video sharing YouTube, che toccano
un’ampia gamma di discipline (matematica, storia, finanza, fisica, chimica,
biologia, astronomia, economia). Ciascuna lezione dura all’incirca dieci
minuti. www.khanacademy.org,
[6]
Negli anni 90, il prof. Eric Masur dell'Università di Harvard, con
l'istruzione tra pari (Peer instruction), proponeva, per diverse discipline, un
approccio incentrato sugli studenti, in cui l'accesso alle informazioni e alle
risorse avveniva fuori dall'aula, mentre la loro assimilazione e apprendimento
in classe.
[7]
I primi propositori o pionieri americani sono stati A. Sams e J. Bergman con le loro lezioni di chimica.
Otto anni fa, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, insegnanti veterani di chimica
presso la Woodland Park High School, hanno sperimentato praticamente una loro
idea. Cercando di trovare il tempo per il recupero delle lezioni per gli
studenti assenti, hanno acquistato un software che ha permesso loro di registrare
e annotare le lezioni e pubblicarle poi online. Gli studenti assenti hanno
molto apprezzato l'opportunità di vedere cosa avevano perso. Ma,
sorprendentemente, così hanno fatto anche gli studenti che non erano stati
assenti in classe. Anche loro hanno usato il materiale on-line,
soprattutto per rivedere e rafforzare le lezioni seguite in aula. Subito,
Bergmann e Sams hanno compreso l’occasione e hanno avuto l'opportunità per
ripensare radicalmente come usare il
tempo in classe.
[8] Si veda The Flipped Classroom Model, in User Genarated Education di
Jackie Gerstein al sito:
https://usergeneratededucation.wordpress.com/2011/06/13/the-flipped-classroom-model-a-full-picture/
e la presentazione nel video:
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=cXcCBuU3ytU
[9]
Per
approfondimenti, si veda il sito:
http://wilderdom.com/experiential/elc/ExperientialLearningCycle.htm
[11]
Per approfondimento si veda il sito : http://usergeneratededucation.wordpress.com/2011/05/01/narratives-in-the-21st-century-narratives-in-search-of-contexts/
[12] Si veda Il metodo “Flipped classroom”…. da prendere con
le molle", sul sito: http://www.lenuovemamme.it/il-metodo-flipped-classroom-da-prendere-con-le-molle/
[13]
Per
approfondimenti si veda "La didattica “Capovolta” di Fabio Serenelli, sul sito:
http://is.pearson.it/magazine/la-didattica-capovolta/
[14]
Si veda "Flipping the classroom" di Giovanni Bonaiuti sul sito: http://people.unica.it/gbonaiuti/flipping-the-classroom/
[15] Si veda
"Capovolgere il lavoro in classe saltando la lezione ex cathedra: la
flipped classroom", sul sito:
http://www.adiscuola.it/adirisorse/archives/1187
[17] http://www.garrnews.it/la-voce-della-comunita-10/256-scuola-digitale-collaborazione-senza-confini
[18]
http://www.escteam.net/2013/01/news/rendimento-a-scuola-ed-utilizzo-di--risultati-di-unindagine-su-2-396-studenti-italiani-delle-scuole-superiori/
[19]
http://www.escteam.net/2013/01/news/rendimento-a-scuola-ed-utilizzo-di--risultati-di-unindagine-su-2-396-studenti-italiani-delle-scuole-superiori/
[20]
Si veda Il
metodo “Flipped classroom”…. da prendere con le molle", sul sito:
http://www.lenuovemamme.it/il-metodo-flipped-classroom-da-prendere-con-le-molle/
[21]
L’azione dell’insegnante deve essere strutturata, seguire una
metodologia definita nel proporre i contenuti da apprendere e gli obiettivi da
raggiungere, ma l’apprendimento, per essere significativo e non solo meccanico,
deve avvenire, nell’ambito del luogo di azione, attraverso una negoziazione
dialogica dei contenuti. Il concetto deve essere condiviso tra insegnante ed
allievi in modo da diventare un patrimonio di conoscenza comune. La Lavagna
Interattiva Multimediale (LIM) è uno strumento digitale multifunzione in grado
di fare la differenza in quanto elemento “catalizzatore” della partecipazione, attenzione e delle relazioni che si vengono ad
instaurare in una classe. La LIM è una innovazione trasformativa che, oltre ad
essere una superficie di visualizzazione e di presentazione, si tramuta, nelle
pratiche quotidiane che contraddistinguono l’attività didattica, in un
innovativo spazio operativo di comunicazione, condivisione, accompagnamento e riflessione,
una “parete trasparente” sul mondo che
ci circonda.
Equipe Formazione
LIM, articolo “Rivoluzionare la comunicazione in classe con la LIM” Rivista Bricks 09/2014
[27]
Per
comprendere e spiegare la complessità bisogna imparare a semplificare il mondo
che ci circonda, un insieme complesso, attraverso percorsi di semplificazione
costruttiva. A maggior ragione, quando ci si pone di fronte ad una classe di
allievi in fase di apprendimento, è necessario imparare a sviluppare soluzioni
sempre più raffinate per arrivare a far elaborare e a far comprendere un numero
sempre crescente di informazioni. È quindi necessario che ogni docente
all’interno della propria disciplina si metta nella condizione di apprendere e
sviluppare, tramite l’uso la LIM, tecniche di elementarizzazione e di
sminuzzamento della complessità, a volte anche più complicate dello stesso
argomento da trattare.
Equipe Formazione LIM, articolo “Rivoluzionare la comunicazione in classe con
la LIM” Rivista Bricks 09/2014 http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/?cat=40
[29] i
materiali corso “Formazione LIM per la certificazione” di Gagliardi R. –
Gabbari M. – Gaetano A. – Sacchi D. Sito:
wwww.corsocertlim.it
[30]
Per
approfondimenti si veda R. Gagliardi e D. Sacchi in "Didattica costruttivista.
Dalle teorie alla pratica in classe" (2005) e "Ambienti di apprendimento e nuove tecnologie"
(2007) a cura di A. Carletti, A. Varani Ed. Erickson (Tn)
[31]
corso
“Formazione LIM per la certificazione” di Gagliardi R. – Gabbari M. – Gaetano
A. – Sacchi D.
Sito: wwww.corsocertlim.it
[32]
G. Marconato, nel suo
articolo : Perchè la Flipped Classrom è
una pratica didattica debole? del 10
maggio 2014, spiega che “debole” non vuol dire inutile, debole vuol dire che
potrebbe essere molto di più, che per migliorare gli apprendimenti si dovrebbe
osare di più. Si dovrebbe pensare a pratiche che abbiano un fondamento
concettuale che vada oltre il semplice “anticipare” i contenuti per lasciare
più tempo in classe per “lavorare” con quei contenuti.
[33]
Data la lunga
storia professionale di fascino con i nuovi metodi didattici che vengono poi
abbandonati, c'è sempre un pericolo reale che lanciando, apparentemente una
semplice idea, in pratica, può essere ridotta e considerata come una ultima
moda educativa. E, nel contesto politico altamente polarizzato di oggi, si
corre anche il rischio di essere falsamente incasellati in una delle tante
false dicotomie di istruzione, come ad esempio il dibattito pedagogico tra
conoscenza dei contenuti e acquisizione di competenze.